Vārdi: Odoardo Spadaro. Other. Il Valzer Della Povera Gente.

(Lyrics/Music: Odoardo Spadaro)
(Anno: 1939)

Fuor di citta presso l'Arno una sera,
una sera di primavera,
vidi sull'aia d'un casolare
parecchie coppie a ballare.

M'avvicinai, al vedermi mi fanno:
"Venite, venite avanti,
sapete qua, noi non si sa
ricevere come in citta.

Gli e il valzer della povera gente,
gli e un semplice valzer, l'e fatto di niente.
Con du chitarre e un organino
ti ballan fino al mattino.

Non e liscio il nostro impiantito,
si rischia a balla di resta li stecchito.
Senti dire bellona, biondona,
gli e un valzer ch'e fatto alla bona".

E cosicche da una strada si vide
avanzarsi una figurina,
certo veviva per curiosare
e l'era la padroncina.

"Fermi", si disse,
e la bella creatura rispose:
"Su continuate, io vengo qua, che ci sara
chi un poco danzar mi fara".

Gli e il valzer della povera gente,
gli e un semplice valzer, l'e fatto di niente.
Con du chitarre e un organino
ti ballan fino al mattino.

"Attenta che li c'e una buca,
gli e qui che s'attacca ogni giorno la ciuca.
E gli e un valzer rapassi, trasassi
gli e qui che si cerca a far sassi".

Quando al mattin splende il sole dorato
si vede che la massaia
la stende panni fini di bucato
di certo e molto piu gaia.

"Oh bona donna,
ohi che l'e quella striscia
distesa li sotto al sole?"
Quella mi fa piano andare la.

Allora una vecchia di la:
"E que gli e il valzer della povera gente,
anch'io lo ballai, ma ora un l'ho piu alla mente,
ci stava, lo ballavo da giovinetta.

Quand' ero un poco civetta,
che civettavo di molto anch'io, eh!
Ma adesso lo ballan quell'altre,
e le ci cascan tutte, anche quelle piu scaltre.

E gli e un valzer saltato e strisciato
e ci voglion le fasce e il curato".

(Grazie a Luigi per questo testo)