Vārdi: Giorgio Gaber. Il Teatro Canzone. Oh Mamma!.
E quando sei li in ascensore. Schiacci l'ottavo. L'ascensore sale. Lentissimo. Le porte di metallo. Le pareti di metallo. Il soffitto di metallo. E se si blocca? Aria... mi manca l'aria! O mamma!
E quando magari la domenica prendi la tua bella macchina e tela porti in un prato e nel prato sei li tu e lei. Soli. E tela lavi e tela asciughi... O mamma!
E quando vai in giro su un marciapiede e magari per terra ci sono le giunture, le righe. Non voglio calpestare le righe... Allora metti il piede in un rettangolo, poi in un altro rettangolo, poi vedi che uno ti guarda: "ehm... c'ho male a un piede...". O mamma!
E quando sei a letto, alla sera, tutto spento, stai per addormentarti. Ti viene un dubbio. Il gas. Avro spento il gas? Meglio andare a vedere. Allora ti alzi, accendi la luce, vai in cucina, guardi il gas: spento. Meno male. Torni in camera, spegni la luce, vai sotto le coperte, stai per addormentarti. Ma avro visto bene che e spento? Magari era cosi [gesto] e io l'ho visto cosi [gesto]...e un attimo. Meglio tornare a vedere. Allora ti alzi, accendi la luce, vai in cucina, guardi il gas: spento. Adesso io lo apro e lo spengo, cosi sono sicuro che l'ho spento: giuro che l'ho spento! L'ho spento, l'ho spento, l'ho spento! Torni in camera, spegni la luce, vai sotto le coperte. Ti alzi, accendi la luce, vai in cucina. Torni in camera, vai in cucina. Torni in camera, vai in cucina... E alle cinque di mattina ti addormenti sul frigorifero. Col gas aperto. O mamma!
Giorgio Gaber
Il Teatro Canzone
Giorgio Gaber
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