Vārdi: Francesco De Gregori. Le Storie Di Ieri.
Mio padre ha una storia comune,
condivisa dalle sue generazioni,
la mascella nel cortile parlava,
troppi morti lo hanno tradito,
tutta gente che aveva capito.
E il bambino nel cortile sta giocando,
tira sassi nel cielo e nel mare,
ogni volta che colpisce una stella
chiude gli occhi e si mette a volare,
chiude gli occhi e si mette a volare.
E i cavalli a Salo sono morti di noia,
a giocare col nero perdi sempre,
Mussolini ha scritto anche poesie,
i poeti che brutte creature,
ogni volta che parlano e una truffa.
Ma mio padre e un ragazzo tranquillo,
la mattina legge molti giornali,
e convinto di avere delle idee.
E suo figlio e una nave pirata,
e suo figlio e una nave pirata.
E anche adesso e rimasta una scritta nera,
sopra il muro davanti a casa mia.
Dice che il movimento vincera;
il gran capo ha la faccia serena,
la cravatta intonata alla camicia.
Ma il bambino nel cortile si e fermato,
si e stancato di seguire aquiloni,
si e seduto tra i ricordi vicini, rumori lontani,
guarda il muro e si guarda le mani,
guarda il muro la e si guarda le mani.
condivisa dalle sue generazioni,
la mascella nel cortile parlava,
troppi morti lo hanno tradito,
tutta gente che aveva capito.
E il bambino nel cortile sta giocando,
tira sassi nel cielo e nel mare,
ogni volta che colpisce una stella
chiude gli occhi e si mette a volare,
chiude gli occhi e si mette a volare.
E i cavalli a Salo sono morti di noia,
a giocare col nero perdi sempre,
Mussolini ha scritto anche poesie,
i poeti che brutte creature,
ogni volta che parlano e una truffa.
Ma mio padre e un ragazzo tranquillo,
la mattina legge molti giornali,
e convinto di avere delle idee.
E suo figlio e una nave pirata,
e suo figlio e una nave pirata.
E anche adesso e rimasta una scritta nera,
sopra il muro davanti a casa mia.
Dice che il movimento vincera;
il gran capo ha la faccia serena,
la cravatta intonata alla camicia.
Ma il bambino nel cortile si e fermato,
si e stancato di seguire aquiloni,
si e seduto tra i ricordi vicini, rumori lontani,
guarda il muro e si guarda le mani,
guarda il muro la e si guarda le mani.
Francesco De Gregori
Francesco De Gregori
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