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Vārdi: Arpia. Rosa.

A. Rosa fresca aulentissima c'apar' inver la state,
le donne ti disiano, pulzelle e maritate:
trajemi d'este focora, se t'este a bolontate;
per te non ajo abento notte e dia,
penzando pur di voi, madonna mia.

M. Se di meve trabagliti, follla lo ti fa fare;
lo mar potresti arompere avanti e semenare,
l'abere d'esto secolo tutto quanto assembrare;
avereme non potteri a esto monno:
avanti li cavelli m'aritonno.

A. Se li cavelli artonniti, avanti foss'io morto:
ca in issi mi perdera lo solaccio e 'l diporto.
Quando ci passo e vejoti, rosa fresca de l'orto,
bono conforto donimi tutt'ore:
poniamo che s'ajunga il nostro amore.

M. Che 'l nostro amore ajungasi non boglio m'attalenti:
se ti ci trova paremo colgli altri miei parenti,
guarda non t'arlcolgano questi forti correnti.
Como ti sappe bona la venuta,
consiglio che ti guardi a la partuta.

A. Se i tuoi parenti trovanmi, e che mi pozon fari?
Una difensa mettoci di dumilia agostari;
non mi toccara patreto per quanto avere a 'm Bari.
Viva lo 'mperadore, grazi' a Deo!
Intendi, bella, quel che ti dico eo?

M. Boime, tapina misera, com'ao reo distinato!
Gieso Cristo l'altissimo del toto m'e airato;
conciepistimi a abattere in ommo blestiemato.
Cerca la terra, ch'este granne assai;
chiu bella donna di me troverai.

A. Ciercat'ajo Calabria, Toscana e Lombardia,
Puglia, Costantinopoli, Genoa, Pisa e Soria,
Lamagna e Babilonia e tutta Barberia;
donna non ritrovai tanto cortese:
perche sovrana di meve te prese.

M. Poi tanto trabagliastiti facioti meo pregheri:
che tu vadi adomannimi a mia mare e a mon peri;
se dare mi ti degnano, menami a lo mosteri,
e sposami davanti da la jente,
e poi faro le tuo' comannamente....

(Grazie a salvocristallo per questo testo)
Arpia