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Vārdi: Arpia. Terramare. Luminosa.


Diari spenti sulla mia
lingua di malinconia,
trattengo il fiato in pausa:
s'intorbida la vena.
Forse ora non ti amo piu
che vedo intatto il labbro
senza confini, senza pene:
s'impone il taglio.
Ho visto i miei capelli stanchi
mentre cammino, indifferenti;
le notti niente sogni,
morti i baci.
Hei, dico a te, vieni,
sbrigati, vieni fuori...
avanti, siamo seri,
lo fai se lo vuoi.
Dammi i tuoi occhi scuri
neri di desideri,
e su, siamo sinceri,
non farmi ridere, dai!
Basta coi tuoi sospiri,
coi tuoi «silenzi amari»,
non dirmi i tuoi «martiri»,
finiamocela, dai!
Hei, dico a te, vieni,
sbrigati, vieni fuori...
e su, siamo seri,
diamoci un taglio, vuoi?
Chi e questa che ven, ch'ogn'om la mira,
e fa tremar di chiaritate l'are,
e mena seco Amor, si che parlare
null'omo pote, ma ciascun sospira?
Si, sorridimi cosi...
respirami l'aria...
Deh! che rassembla quando li occhi gira!
Dical Amor, ch'i' no 'l savria contare:
cotanto d'umilta donna mi pare,
che ciascun'altra inver di lei chiam'ira.
Si, camminami cosi
a fianco, a fianco sfiorami...
Non si poria contar la sua piagenza,
ch'a lei s'inchina ogni gentil vertute,
e la beltate per sua dea la mostra.
Non fu si alta gia la mente nostra,
e non si pose in noi tanta salute,
che propriamente n'aviam canoscenza.
Si, tu cantami cosi
sulle labbra, cosi...

(Grazie a salvocristallo per questo testo)
Arpia
Jaunākie pieprasījumi