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Vārdi: Alessandro Mannarino. Bar Della Rabbia. Osso Di Seppia.


Nato da una scatola in cartone
Ha mosso i primi passi alla stazione
Ha preso quattro calci e un po' di sole
Fino alla mensa santa delle suore

Il pomeriggio poi e stato visto
In via Calvario insieme a un po'ro cristo
Miracolava tutte le vecchiette
Per un po' di vino rosso e sigarette

La sera poi e sparito nella nebbia
Lasciando una lacrima di ghiaccio
Sopra ad una vecchia bibbia
Dopo il concerto del primo maggio

[rit.]
Osso di seppia vai non tornare
C'e una citta in fondo al mare
Dove i diamanti non valgono niente
E la doccia e automatica
La pelle si lava da sola
Basta fare sogni puliti
E le donne sorridono tutte
E i desideri, quelli piu maschi, sono esauditi

E se non era buono per la terra
Che a strade dritte e campi di carbone
Ha preso il mare verso la tempesta
Salpando da uno scoglio alla stazione

Seguito dai pirati della strada
Nascose il tesoro in un isola pedonale
Una borsetta con la scritta "prada"
E un santino con due tette niente male

Ha sfidato i mostri degli abissi
Nel regno sotterraneo della metro
E non gli hanno fatto male le mani dei teppisti
Negli occhi di chi andava a San Pietro

Una sera poi ha chiuso la sua giacca
Al suono dei tacchi di signora
Ha spento gli occhi e ha detto "'orca vacca,"
"Mi sa che ho preso proprio una gran sola!

[rit.]


(Grazie a borras per questo testo)
Alessandro Mannarino